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Io invece sto sul letto come buddha...fuori é una giornata ombrosa...mi fa male la testa, mi sento vuoto dopo aver litigato con miss per l ennesima volta e sto cercando a tutti i costi qualcosa da fare. Per non restare in casa. Mi sento a pezzi...moralmente 
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Questa è la scena che immaginavo per una role u.u
Ovviamente nella role non potrà andare così, e quindi l'ho scritta per conto mio XD
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Continuava ad arrancare in cerca di un’uscita…i suoi occhi si stavano abituando al buio con difficoltà, il raggio luminoso di quella torcia che ad intermittenza lo colpiva sul viso, gli rendeva complicato perfino riflettere. Il dolore al fianco era costante, ma le fitte non minacciavano di farlo cedere… non ancora. Stava lottando per la sua salvezza, aggrappandosi disperatamente alla vita…i passi dietro di lui risuonavano fra le pareti gelide della grotta, a volte lontani come il cupo rombo di un tuono, altre più vicini, rendendo il pericolo concreto e palpabile. Palpabile come la paura che in quel momento gli faceva rimbalzare il cuore nel petto, che incollava i vestiti alla sua pelle, madida di sudore. Era certo che il vecchio la percepisse…e che, alle sue spalle, ne ridesse divertito, aspettando solo l’attimo in cui lo avrebbe visto crollare; e allora gli sarebbe balzato addosso come una fiera, ansiosa di divorare le carni della sua preda. Contro la sua volontà, le gambe iniziarono a rallentare, fino a fermarsi…sbarrò gli occhi…il cervello aveva elaborato in fretta la situazione, ancor prima che lui stesso potesse recepirla. Stava girando in tondo!
Deglutì. Improvvisamente aveva la gola arsa, e la stanchezza assaliva ogni muscolo del suo corpo…si sentì avvilito, e pensò di abbandonarsi al suo carnefice. Questo lo aveva ormai raggiunto, inseguendolo senza fretta e ne capiva ora il perché…dove poteva mai fuggire un animale in gabbia? Il fascio di luce della torcia lo colpì in pieno volto, costringendolo a strizzare gli occhi, poi si abbassò fino al suo fianco, dove il sangue scorreva come un rigagnolo d’acqua…con la sua esperienza ospedaliera, Elijah era fin troppo cosciente di cosa volesse fargli quell’uomo. E ciò gli fece provare un moto di rabbia ancor maggiore, non si sarebbe arreso alla sua follia!
Si appoggiò con la schiena contro la parete umida, all’apparenza sopraffatto e stanco…ma non appena sentì il fiato del vecchio su di sé, e la punta del bisturi sfiorargli la carne, l’uomo raccolse tutta la forza che gli restava e in un ruggito disperato si scagliò su quella figura, scaraventandola a terra. L’arnese d’acciaio volò lontano da lui, ed Elijah fece uno scatto per poterlo afferrare…il brusco movimento gli mozzò il respiro; fu come se una spada lo avesse trafitto da parte a parte…si morse il labbro inferiore tanto da procurarsi un piccolo taglio. Quando le sue dita erano vicine a recuperare il bisturi, il vecchio gli fu di nuovo addosso, bloccandolo per le spalle Non è il tuo giorno fortunato sghignazzò, arrivando prima di lui all’oggetto...una risata fragorosa squassò il suo ventre, e in una frazione di secondo Elijah realizzò che doveva approfittarne; con un altro sforzo, poiché il peso dell’uomo lo atterrava, sollevò un gomito e lo colpì dritto in faccia.
L’ilarità del vecchio si trasformò in un gemito di dolore, e portandosi le mani al volto, fu costretto a mollare la presa su di lui; l’uomo non perse tempo e si rimise in piedi, benché dubitava che sarebbe riuscito a reggersi sulle proprie gambe ancora per molto; aveva il respiro affannato e nessuna soluzione che potesse tirarlo fuori da lì. Fin quando non sentì una voce…veniva dall’esterno, ed era certo di conoscerla. La speranza si riaccese in lui, animandolo di nuovo a cercare la fuga…e poi, come un miraggio in un deserto, vide quello che cercava. Una scala a pioli di ferro arrugginito che si arrampicava verso l’alto…sollevò la testa e notò un riquadro intagliato sul soffitto…un botola!
Gettando uno sguardo verso il vecchio, vide che si stava già rialzando, così velocemente si aggrappò alla sua “ancora di salvezza”, iniziando a salire; ad ogni piede che metteva, la ferita tirava e bruciava come se qualcuno gli stesse strappando via pelle e muscoli…ma lui non voleva arrendersi, non poteva farlo. Alice e sua figlia erano lì e aveva il dovere di salvarle. Mancava soltanto un gradino ormai…le sue mani poggiarono contro il coperchio di ferro e fece forza per sollevarlo; ma un ghigno sadico lo raggiunse, prima di due mani nodose e possenti che gli cinsero i fianchi Ti ho preso! sibilò in tono beffardo l’uomo…poi iniziò a tirarlo verso il basso, sfregando contro il taglio aperto. Elijah urlò, di dolore, disperazione, rabbia. Sentiva sempre più freddo, e sempre meno forza venirgli in soccorso Alice! Alice! la voce lasciò le sue labbra senza che lui sapesse riconoscerla Alice sono qui! Alice! il suo ultimo tentativo di lasciare quella grotta si stava consumando…se lei non l’avesse sentito, o se lui avesse solo immaginato di udire la sua voce poco prima, allora nessuno avrebbe più potuto aiutarlo.
Ma dopo quelli che parvero secondi infiniti, il coperchio si sollevò, lasciando entrare una luce abbacinante…e poco dopo, il viso della donna si stagliò davanti ai suoi occhi Ti tiro fuori! gli disse, mentre le sue gote arrossate dal freddo venivano rigate dalle lacrime, e i suoi movimenti frettolosi, suggerivano quanto fosse agitata, terrorizzata…tuttavia, le sue sole braccia non potevano niente contro la presa del vecchio, senza dubbio più robusto ed energico di lei. Il taglio sul fianco di Elijah si allargò ancora, lasciando fuoriuscire sempre più sangue; il dolore era così pungente che non gli lasciava tregua nemmeno per gridare, o ragionare lucidamente Ti prego Elijah! Ti supplico non lasciarmi, aiutami! Aiutami! farfugliava la donna nel panico. Poi, d’un tratto, un bastone colpì il vecchio sul collo, e quello caracollò lungo la scala, atterrando pesantemente all’interno della grotta…il bambino che era con Alice, e che teneva in braccio sua figlia, ritirò quell’arma improvvisata, gettandola tra la neve Devi tirarlo fuori! spronò la donna, che prontamente aveva afferrato il suo compagno, per non lasciar scivolare anche lui.
Poco dopo, Elijah strisciò su quel tappeto soffice e candido, tingendolo di rosso scuro Papà sta arrivando lo rassicurò Alice, voltandosi poi verso il bambino e facendo lui cenno di avvicinarsi Quell’uomo lo teneva prigioniero spiegò …ha aiutato me e Kendra a trovarti la piccola tornò nelle braccia di sua madre, che la spinse verso l’uomo, affinchè potesse guardarla.
Lui sorrise, cercando d’ignorare l’ennesima fitta al fianco; in lontananza si sentì il rumore di un elicottero…l’esercito, guidato da Marcus Fenix, li avrebbe raggiunti di lì a poco Fammela tenere biascicò Elijah, stringendo sua figlia contro il petto, e lottando ancora contro l’impulso di piangere Dobbiamo andare disse poi…oltre alcuni alberi c’era la radura in cui il velivolo sarebbe atterrato. Alice annuì, prendendo per mano il bambino e aiutando l’uomo a sostenersi…ma avevano fatto solo pochi passi, quando Elijah cadde in avanti, lasciando rovinare anche Kendra nella neve, che iniziò a piangere; la donna si voltò di scatto, in tempo per vedere una scena spaventosa…due braccia lo stavano trascinando per le caviglie, nuovamente verso la botola No! No! gridò, spostando frenetica lo sguardo da lui a Kendra, che piangeva sempre più forte per il freddo.
Scappa Alice! riuscì a gridare l’uomo Prendi lei e vattene! se Kendra fosse rimasta ancora nella neve, il suo piccolo corpo non sarebbe sopravvissuto a quella temperatura…quando vide la bambina perdere in fretta colore, Alice si precipitò a prenderla, per poi correre in direzione del punto in cui l’elicottero stava ormai facendo manovra di atterraggio…se avesse raggiunto subito suo padre, sarebbe tornata insieme a lui a salvare anche Elijah, che nel frattempo era sparito oltre il coperchio.
Il bambino le stava dietro a fatica, inciampando di tanto in tanto, ma rimettendosi in piedi quasi subito, spaventato all’idea di poter tornare nelle mani del vecchio…i primi soldati saltarono giù dal portellone aperto, andando incontro ai due…in testa a loro c’era il generale Marcus Fenix.
Al punto di partenza. Steso sul lettino arrugginito, Elijah sapeva che ormai non c’era più niente da fare per lui. Smise di trattenersi, e pianse. Due cinghie di cuoio gli tenevano ferme braccia e gambe. I suoi occhi, appannati dalle lacrime, guardavano quell’unica fonte di luce che lentamente veniva inghiottita nell’oscurità, mentre il vecchio richiudeva la botola…non sarebbe mai più uscito da lì…non vivo sicuramente.
Poco dopo le sue grida disumane echeggiarono in quella grotta; un ronzio sempre più forte si diffuse nelle sue orecchie, spegnendogli anche il cervello…l’ultima cosa che vide fu il ghigno soddisfatto dell’uomo sopra di sé, che metteva due organi gocciolanti sangue in un contenitore…i suoi reni. Poi tutto divenne buio, più della notte. E ogni rumore si acquietò. Per sempre.The End
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Viaggiam per mare da giorni e giorni, senza altra compagnia dei flutti e del vento.
Certo che... ci vorrebbe qualcosa per rompere la monotonia. Non una tempesta, possibilmente, ma una bella festa!
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Non voglio perderti... -
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Per questo cammino sempre gattoni!!! -
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Tu non sei mai solo!!!!!!!!!!
Io sono sempre con te e dentro di te u.u <3 -
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Edited by Prince of Sayan - 3/1/2012, 01:43 -
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Edited by Prince of Sayan - 13/12/2011, 23:23 -
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Bello,complimenti ^^ -
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Spero ti troverai bene qui ^^ -
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Ciao Lisa benevnuta!!!
Dunque fai equitazione?? -
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Edited by Prince of Sayan - 17/11/2011, 15:04
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